La mia passione per le moto nasce da un’immagine indimenticabile: ero solo un ragazzino per le vie di Milano, in via Torino, quando mi trovai davanti a uno Sportster azzurro. Il rombo potente, la figura fiera del motociclista, e quell’aria di libertà mi conquistarono. Tornato a casa, parlavo di quell’incontro con la mia famiglia, che già coltivava la passione per le moto. Da quel momento, il mondo delle due ruote divenne la mia vera aspirazione. Iniziai come molti, con piccole moto, la Vespa, il Garelli, ma anche i primi lavori – da ragazzo di bottega in officine di auto e moto. Pulivo, osservavo, e rubavo con gli occhi ogni dettaglio. Poi vennero altre esperienze: edilizia, un negozio di abbigliamento, sempre mantenendo quel richiamo alla cultura delle moto e dello stile street, persino vendendo capi vintage che richiamavano il mondo rockabilly e pin-up. All’epoca, i miei primi progetti di moto prendevano vita nel retrobottega del negozio di abbigliamento. Preparavo i pezzi con guanti sporchi di grasso, pronti a sfilare via appena il campanello della porta segnalava l’arrivo di un cliente. Poi, l’occasione che cambiò tutto: un amico mi affidò una moto, uno Sportster che preparai con le mie mani, un telaio rigido anni ’90. La chiamai “555” e la portai al mio primo bike show «festa Biker di Cologno Alserio» nel 2011/2012, senza aspettative.
Con sorpresa, quella moto vinse il premio. Fu la prima vera soddisfazione professionale: un riconoscimento di cui ancora oggi vado fiero. Ero ormai deciso: dovevo seguire il mio sogno. Poco dopo, chiusi il negozio e mi trasferii in un’officina condivisa, dove affittai uno spazio per costruire le mie moto. La mia passione continuava a crescere, e con essa i clienti: quando l’officina aveva quattro moto, io ne avevo già trenta. Il mio obiettivo non era solo assemblare Harley – anche se è una parte che amo e conosco profondamente – ma creare moto che incarnassero quella stessa emozione che avevo provato da ragazzino.
Oggi, Meccanicamente è la realizzazione di quella visione, e ogni moto che creo è un omaggio alla libertà, alla passione e a quello spirito che mi ha spinto a mettere le mani sul metallo e a non smettere mai di inseguire il mio sogno.


La mia passione per le moto nasce da un’immagine indimenticabile: ero solo un ragazzino per le vie di Milano, in via Torino, quando mi trovai davanti a uno Sportster azzurro. Il rombo potente, la figura fiera del motociclista, e quell’aria di libertà mi conquistarono. Tornato a casa, parlavo di quell’incontro con la mia famiglia, che già coltivava la passione per le moto. Da quel momento, il mondo delle due ruote divenne la mia vera aspirazione. Iniziai come molti, con piccole moto, la Vespa, il Garelli, ma anche i primi lavori – da ragazzo di bottega in officine di auto e moto. Pulivo, osservavo, e rubavo con gli occhi ogni dettaglio. Poi vennero altre esperienze: edilizia, un negozio di abbigliamento, sempre mantenendo quel richiamo alla cultura delle moto e dello stile street, persino vendendo capi vintage che richiamavano il mondo rockabilly e pin-up. All’epoca, i miei primi progetti di moto prendevano vita nel retrobottega del negozio di abbigliamento. Preparavo i pezzi con guanti sporchi di grasso, pronti a sfilare via appena il campanello della porta segnalava l’arrivo di un cliente. Poi, l’occasione che cambiò tutto: un amico mi affidò una moto, uno Sportster che preparai con le mie mani, un telaio rigido anni ’90. La chiamai “555” e la portai al mio primo bike show «festa Biker di Cologno Alserio» nel 2011/2012, senza aspettative.
Con sorpresa, quella moto vinse il premio. Fu la prima vera soddisfazione professionale: un riconoscimento di cui ancora oggi vado fiero. Ero ormai deciso: dovevo seguire il mio sogno. Poco dopo, chiusi il negozio e mi trasferii in un’officina condivisa, dove affittai uno spazio per costruire le mie moto. La mia passione continuava a crescere, e con essa i clienti: quando l’officina aveva quattro moto, io ne avevo già trenta. Il mio obiettivo non era solo assemblare Harley – anche se è una parte che amo e conosco profondamente – ma creare moto che incarnassero quella stessa emozione che avevo provato da ragazzino.
Oggi, Meccanicamente è la realizzazione di quella visione, e ogni moto che creo è un omaggio alla libertà, alla passione e a quello spirito che mi ha spinto a mettere le mani sul metallo e a non smettere mai di inseguire il mio sogno.